Piattaforme e metodologie per la didattica immersiva

Contributo a cura di Roberto e Gualtiero Carraro – CarraroLab

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Il crescente interesse per la didattica immersiva non trova ancora facile attuazione nel contesto scolastico, a causa di diversi fattori: la mancanza di una formazione specifica dei docenti, la complessità delle tecnologie (ad esempio visori di realtà virtuale, aule immersive), la scarsa disponibilità di contenuti didattici e di strumenti per produrli.

Pur essendo ampiamente documentata sul piano pedagogico l’efficacia delle soluzioni immersive in ambito didattico, gli esempi di applicazione pratica sono ancora piuttosto rari.

Le esigenze della scuola sono divergenti rispetto a quelle dell’industria editoriale e videoludica, che tende a fornire pacchetti chiusi e contenuti preimpostati. La didattica focalizza maggiormente il percorso formativo, piuttosto che il risultato.

Una piattaforma per la didattica immersiva deve offrire:

  • Un ambiente per la creazione di contenuti immersivi, da parte delle classi e dei docenti, oltre che per l’utilizzo di una library di contenuti esistenti
  • Una soluzione per distribuire agevolmente i contenuti nei dispositivi hardware prescelti, ad esempio siti web tridimensionali, visori VR o proiettori per aule immersive
  • Un sistema per consentire ai docenti di gestire l’attività didattica creando esperienze e lezioni immersive, in presenza o a distanza
  • Una applicazione che permetta di misurare i risultati dell’attività didattica immersiva

Queste esigenze, unite alla possibilità di distribuire e condividere pratiche e contenuti educativi con altre classi o scuole, lasciano immaginare una soluzione in cloud, accessibile, aggiornabile, fruibile e misurabile dalla rete.

Proviamo quindi a immaginare le caratteristiche di una piattaforma per la didattica immersiva.

L’ambiente virtuale si dovrebbe presentare con un approccio laboratoriale: un laboratorio virtuale dove creare esperienze didattiche e trovare contenuti immersivi.

Si pone l’esigenza di semplificare e standardizzare l’approccio verso l’elaborazione e la fruizione dei contenuti, ad esempio selezionando alcuni formati standard come la foto 360, il video 360 e il modello 3D.

Questa scelta preliminare abilita la possibilità di identificare gli strumenti per la creazione dei contenuti, che potranno essere acquistati e utilizzati a scuola: foto/videocamere a 360 gradi, software per la modellazione o l’importazione-elaborazione di modelli 3D in formati idonei per la fruizione su internet e nei visori VR.

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Va quindi messa a disposizione una suite di format espressivi virtuali, quali ad esempio:

  • il tour virtuale, con hot spot e navigazione 3D
  • Il reportage video 360
  • Il modello 3D interattivo, ruotabile e associabile a contenuti

In quest’ottica, possiamo immaginare vari contesti applicativi in ambito didattico, ad esempio la creazione di tour virtuali come forma di outodoor learning, durante le uscite didattiche (visita di una città, di un monumento, di una fabbrica, di un impianto tecnologico, di un parco naturale…), oppure l’intervista immersiva in video 360 ad un esperto nel suo ambiente. Un’altra esperienza immersiva si potrebbe basare su contenuti scaricabili da una library, ad esempio barriere coralline, superfici di pianeti, organi del corpo umano. Negli istituti tecnici la capacità di modellare in 3D può dare via a laboratori immersivi, popolati da oggetti meccanici, molecole o microrganismi. Non è difficile immaginare un corso sulla sicurezza e sulla percezione del rischio tradotto in 3D.

La piattaforma deve inoltre prevedere un sistema di pubblicazione/condivisione dei contenuti in diversi contesti e canali:

  • su web, per la fruizione da PC e da smarphone
  • all’interno di visori di realtà virtuale
  • nelle proiezioni e aule immersive

Il tool successivo deve essere una interfaccia che consente al docente di costruire un percorso formativo immersivo, ad esempio scegliendo e mettendo in sequenza diversi moduli. Questo strumento deve essere molto semplice, per evitare di scoraggiare dalla sua adozione i docenti non informatizzati.

Infine, è importante avere uno strumento per la misurazione dell’utilizzo della piattaforma e dei risultati ottenuti in ambito didattico.

Va precisato che ad oggi una simile piattaforma così completa ancora non esiste, ma non è irrealistico prevederla. Il sistema scolastico che potrebbe avvalersi di uno strumento così avanzato potrebbe sviluppare esperienze didattiche pilota.