Contributo di Maria Grazia Ottaviani – Docente e responsabile formazione online ImparaDigitale
Gabriella, da sempre intollerante al glutine e al computer, dopo 36 anni di insegnamento nella scuola superiore non si capacitava di dover imparare ad usare un computer, figuriamoci ad usarlo per fare lezione, lei che a malapena scriveva una email…
Mi chiamava ad ogni momento del giorno e della notte per sapere e per capire come “fare le sue lezioni di storia”, come “vedere e parlare con i suoi amati studenti, come “portare avanti il programma”, come “fare le verifiche ed essere sicura che gli studenti non copiassero”. La scuola chiusa, la scuola a casa.
Mi raccontava delle sue ore interminabili al computer per capire cosa fosse la DAD, partecipando al primo webinar affollatissimo di cui veniva conoscenza, qualsiasi webinar andava bene… su come si creasse e si gestisse una Classroom, su come si condividesse una presentazione online o si scrivesse su una Jamboard durante una lezione a distanza.
Aveva il sospetto che la scuola come la conosceva, non sarebbe più tornata, nulla sarebbe più stato come prima: il modo di insegnare dei professori, il modo di imparare degli studenti, i luoghi della relazione. Mi chiede cosa volesse dire “Essere docente al tempo del digitale”.
Sono passati mesi da quei giorni difficili. Ora la mia collega, tutti i miei colleghi di scuola, sono cambiati.
Il digitale è diventato “invisibile” anche per loro.
Attività digitali nel cloud, es. per creare e condividere documenti con colleghi e studenti, per esportare una presentazione online o i risultati di un quiz con moduli di Google vengono ora svolte con semplicità e normalità; è come se alcuni insegnanti avessero imparato a leggere e a scrivere in modo digitale, si fossero alfabetizzati, seguendo un corso, mille corsi di aggiornamento, perché bisognava, perché serviva, perché altrimenti chi sarebbero stati? Come avrebbero svolto la loro professione?
Anche i colleghi “più resistenti al digitale” si sono arresi. Se pensiamo al modello SAMR e alla sua famosa metafora, nessun docente è sulla scogliera che scruta il mare delle tecnologie, ma è salito sulla canoa e si trova in mezzo al mare.
L’aggiornamento professionale totalizzante ed immersivo che i docenti hanno vissuto nei mesi scorsi, integrandosi in Community nel Web o fruendo nel salotto di casa di contenuti digitali disponibili nei gruppi social o nel canale Youtube ha permesso loro di creare e consolidare nuove competenze non solo digitali e di ipotizzare nuove opportunità di crescita che potranno solo che incrementare nei prossimi tempi.
La necessità impellente era rivolta a frequentare affannosamente e attivamente corsi di formazione a distanza o a visionare videotutorial nella rete, per imparare a utilizzare con urgenza anche a un livello base, ambienti e-learning (Gsuite, Moodle, Edmodo ecc..) e strumenti (software online, webapp, app ecc..).
Nessuna azione di formazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione avrebbe mai potuto motivare gli insegnanti a un così grande e diffuso cambiamento nell’utilizzo delle tecnologie all’interno delle nostre aule scolastiche. Un percorso di innovazione e cambiamento che la Scuola ha vissuto per la prima volta, con la società tutta, dal mondo del lavoro all’Università.
Qualche giorno fa Gabriella mi chiama e mi dice: “Ma è tutto qua?
Ho imparato a creare e gestire le mie Classroom, i compiti e i moduli per le verifiche con Gsuite.
Ho imparato ad usare alcune semplici WebApp che sono adatte alla materia che insegno per migliorare le mie competenze di comunicazione; realizzo presentazioni e infografiche online che condivido ed esporto con grande soddisfazione.
Ho imparato perfino a registrare semplici videolezioni e podcast.
Pensa, ho anche imparato a creare dei giochi, che mi pare si chiamino “gamefication”.
Ma credo che non sia tutto qua. Il digitale lo troverò anche nel prossimo anno scolastico. Se volessi continuare il mio percorso di aggiornamento professionale, come mi dovrei orientare?”
Cara Gabriella,
conoscere ed usare ambienti e strumenti digitali non significa insegnare la didattica digitale.
La didattica è sempre didattica e al tempo del digitale la nuova did@ttica richiede al docente conoscenze e approfondimenti, nonché nuove competenze legati:
- alla cornice normativa europea e italiana nella quale la nostra Scuola è contestualizzata
- al quadro di riferimento delle competenze digitali dei docenti
- alla creazione ed utilizzo, spesso condiviso nel consiglio di classe, di nuovi format e modelli di progettazione didattica orientati alla costruzione delle competenze dei nostri studenti (es. come si progetta e gestisce una lezione sincrona o asincrona, in DAD o in DDI)
- alle principali metodologie didattiche più innovative, da individuare e scegliere per progettare compiti autentici e compiti di realtà nelle UDA, Unità di Apprendimento per competenze
- alla Media Education e Media Literacy, poiché la Scuola e la Classe è nella rete e deve imparare a convivere con le principali criticità della società di oggi, la società della conoscenza (tutela della privacy e dei dati, profilazione, attendibilità delle fonti, tutela dei diritti d’autore ecc..).
Ecco infine, cara Gabriella, un quadro di orienteering formativo, che spero ti possa essere utile per individuare i percorsi di formazione e aggiornamento che hai già svolto o che vorrai programmare per il futuro, con riferimento al framework Digicompedu 2.1.
AREA | DESCRIZIONE SINTETICA | FORMAZIONE RELATIVA ALL’AREA |
1 | AMBIENTE PROFESSIONALE – coinvolgimento e valorizzazione professionale
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2 | RISORSE E I CONTENUTI DIGITALI
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3 | ASPETTI PEDAGOGICI E DIDATTICI CONNESSI ALL’USO DELLE TECNOLOGIE E VICEVERSA – insegnamento e apprendimento
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4 | VALUTAZIONE ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE DIGITALI – valutazione dell’apprendimento
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5 | PERSONALIZZAZIONE E INDIVIDUALIZZAZIONE, nell’ottica del potenziamento dell’autoefficacia
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6 | SVILUPPO DELLA COMPETENZA DIGITALE DEGLI STUDENTI
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