Appunti dagli Stati generali della scuola digitale 2022
A cura di Dianora Bardi e Roberto Maragliano
Panel: STEM: la parola all’industria – Omar Schillaci e Alessandro Cinelli – Head of Aerodynamics at Sauber Motorsport (Formula 1 – Alfa Romeo F1 Team)
Negli ultimi tempi si parla molto dei cospicui finanziamenti del PNRR sia in relazione alle prospettive della scuola 4.0, su cui peraltro ci si interroga con assiduità dentro e fuori dell’istituzione, sia per quanto riguarda le sviluppo degli ITS Academy, ossia le scuole di eccellenza post-diploma il cui profilo, meno noto a livello di opinione pubblica, risponde all’esigenza di preparare i giovani non solo a gestire tecnologia ma anche a viverne e attivarne le componenti di innovazione economica, sociale, culturale..
Uno sguardo sul profilo della formazione giovanile, rispetto a questo tema, ci fornisce un quadro tutt’altro che rassicurante.
Il numero dei neet in Italia tra i 25 e 29 è aumentato fino al 34,6% nel 2021, mentre tra i più giovani (20 e 24 anni) è giunto al 30,1%, sempre nel 2021; inoltre l’incremento dei giovani fra i 25 e i 34 anni con un titolo di istruzione universitaria è di 18 punti percentuali (dal 10% nel 2000 al 28% nel 2021) rispetto a una crescita media europea di 21 punti percentuali.
Questo ritardo crea preoccupazione, non solo per le sorti dei singoli ma anche per le sorti generali del paese.
Sempre più, dunque, l’Italia sarà chiamata ad una rivoluzione che non sia di facciata ma che sappia cogliere nei nuovi contesti e strumenti didattici segnati dalle tecnologie la condizione ineludibile attraverso cui garantire a ragazze e ragazzi prospettive di esistenza e di impegno al passo con le trasformazioni sociali in atto da un tempo misurabile non in anni ma in decenni. Questo obiettivo di riqualificazione del ruolo della formazione sarà reso tanto più concreto quanto più si riuscirà a far leva, sin dell’inizio dell’esperienza di scolarizzazione, sulla formazione di quadri di conoscenza e competenza coerenti con l’esigenza di sostenere e rinforzare l’attitudine al pensiero logico e computazionale e alla soluzione di problemi aperti, dotati di diverso livello di complessità.
Interessare e appassionare i giovani alle discipline scientifiche diviene il primo impegno su cui investire. Si tratta di mettere a punto e dare piena legittimità a soluzioni tecniche e tecnologiche dentro le quali le soluzioni appartenenti alla tradizione disciplinare e quelle orientate sui nuovi fronti del sapere connettivo sappiano interagire e dialogare, valorizzando ognuna la sua identità nel confronto con l’altra. L’aula che si fa laboratorio e il laboratorio che si fa aula, la mente che si fa mano e la mano che si fa mente, la disciplina che si fa campo di ricerca metodologica e la ricerca che si fa disciplina metodologica: sono, tutti questi, orizzonti dentro i quali, con uno spirito che contemperi conservazione e creatività, si deve fin da oggi operare, nelle istituzioni scolastiche, al fine di dare il più possibile a tutti i necessari strumenti concettuali e materiali atti a capire il mondo e capirsi nel mondo.
Gli esempi cui far riferimento non mancano, e anche negli Stati Generali della Scuola Digitale se n’è dato ampiamente conto. Il caso cui facciamo riferimento qui è relativo a un’azienda fermamente impegnata nell’integrazione scuola-industria: si tratta dell’Alfa Romeo F1 Team ORLEN che, in collaborazione con Acer for Education, sta curando il progetto internship Driving Innovators in STEM.
Alessandro Cinelli, responsabile dell’aerodinamica, ha presentato alla platea di studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e professionisti del settore educativo le linee del progetto sottolineando come esso sia maturato in ordine all’esigenza di avvicinare il mondo della scuola e dell’università a quello dell’industria. “Ad oggi – ha sostenuto – riscontriamo ancora una carenza di persone che si affaccino al mondo del lavoro avendo completato un adeguato percorso di studi STEM: provvedere a colmare questa lacuna deve costituire una priorità per le scuole e per noi rappresentanti del settore industriale. Per questo motivo abbiamo creato, in partnership con Acer, una serie di video educativi rivolti agli studenti al fine di invogliarli e incoraggiarli verso queste realtà”. Sono interviste in cui lo staff e gli ingegneri di Sauber Group mostrano e spiegano l’importanza dei saperi scientifici nei diversi ambiti di impegno di sviluppo innovativo dell’azienda, secondo un approccio che integra al massimo livello tecnologia e scienza.
Sauber ha creduto e continua a credere nell’avvicinamento tra industria e scuola: con nuove internship, il progetto Driving Innovators in STEM offre valore sia ai ragazzi, che hanno così la possibilità di capire se gli studi intrapresi siano quelli corretti, che all’azienda che ha l’opportunità di portare idee innovative e fresche all’interno dei gruppi di lavoro.
Il risultato positivo è che il 10% degli stagisti è stato assunto in azienda.
Un altro tema caldo trattato da Cinelli riguarda l’importanza del fenomeno delle figure femminili che si avvicinano agli studi STEM. È, questo, un tema di grosso interesse, se si considera che la quota di laureati STEM tra i maschi è 19,4, mentre quella delle laureate si attesta al 13,3, con circa 6 punti di distacco. A questo problema intende, del resto, rispondere il PNRR, che lo pone come uno dei principali aspetti cui provvedere nella sezione “Politiche per le donne” del documento. Le diseguaglianze di genere hanno radici profonde, che riguardano il contesto della famiglia e della formazione, prima ancora che quello del lavoro. Molti studi mostrano, per esempio, che sono poche le donne iscritte alle materie STEM, nonostante ci siano, in generale, più donne laureate. Conclude Cinelli: “Non ci può essere innovazione veramente inclusiva se nel processo di ideazione e progettazione di un prodotto è coinvolto un solo genere; solo con gli input, il punto di vista e il vissuto di gruppi di lavoro che coinvolgano equamente uomini e donne si possono creare prodotti realmente innovativi e vantaggiosi per tutti”.