Esperienze “autentiche” per una scuola delle competenze

Sono Sara Griso, docente di Lettere, Animatore Digitale, Formatore per Indire e Miur, Tutor On Line per l’Università…da sempre appassionata di e-learning. Adoro il mio lavoro.

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La mia sfida quotidiana è coinvolgere “i miei ragazzi” dell’Istituto Agrario nella costruzione e valorizzazione delle loro competenze.

ispirazione

ISPIRAZIONE
Quali visionari o quali esperienze ti hanno formato e ispirano il tuo lavoro quotidiano?
Sono entrata in ruolo alla Scuola Primaria, ho insegnato alla Secondaria di Primo Grado ed ora all’Istituto Professionale. Amo lavorare per problem solving e mi ispiro ai grandi, anzi, alle grandi donne della scuola: da Maria Montessori a Dianora Bardi.

innovare

INNOVARE, TUTTI I GIORNI
In poche parole, qual è il metodo didattico che orienta e contraddistingue le tue azioni di insegnante, quotidianamente?
Il metodo didattico che orienta le mie azioni di insegnante è guardare i ragazzi quando entro in classe, parlare con loro e decidere al volo come intervenire, perciò col circle time ed il brainstorming costruisco l’EAS (episodio di apprendimento situato) necessario nell’hic et nunc.

classe

CHE CLASSE!
Descrivi la tua aula, gli arredi, gli strumenti, le eventuali dotazioni digitali.
Le aule del mio Istituto sono molto tradizionali: banchi a coppie, cattedra e in qualche caso LIM o videoproiettore. Aule strette, tanto che a volte è pure difficile camminare tra i banchi,
ma quando i ragazzi devono fare ricerca, non può mancare il BYOD!

studenti

ALUNNI COMPETENTI AL CENTRO
Raccontaci un’esperienza didattica nella quale hai potuto osservare la crescita e le competenze “agite” dei tuoi alunni.
L’esperienza che vi voglio raccontare è la realizzazione di un Compito Autentico: l’organizzazione di una serata nella Sala Civica del Comune di Caldiero (Verona) per informare la Cittadinanza sui rischi dei PFAS (sostanze perfluoro alchiliche) presenti nell’acqua di alcuni paesi tra la provincia di Verona e Vicenza. Il lavoro è la conclusione di un progetto multidisciplinare di Educazione alla Cittadinanza e al Bene Comune, che ha visto protagonisti i ragazzi di III A e B dell’I.IS. “Stefani Bentegodi”, sede di Caldiero.

Sono stati organizzati incontri con esperti, visione di filmati e letture di documenti per informare tutti gli studenti del problema: alcuni di essi lo vivono sulla loro pelle, perché abitano nei Comuni più colpiti dall’inquinamento da PFAS. Loro stessi poi hanno deciso di lavorare in gruppo per creare una rassegna stampa, stilare dei questionari, somministrarli alla popolazione di più paesi, elaborarne i dati, costruire grafici ed esporre le conclusioni in un’assemblea pubblica.

Le competenze in gioco sono state molteplici: relazionali, linguistiche, statistiche, grafiche ed ovviamente digitali, perché gran parte del lavoro si è svolto con tablet o pc.

ferri

ZOOM SUI FERRI DEL MESTIERE
Di quale strumento o risorsa digitale non puoi fare a meno nel tuo lavoro? Con quali modalità lo utilizzi?
I ferri del mestiere sono tanti e prevalentemente digitali. Grazie al web i ragazzi ricercano su Internet, scrivono articoli condivisi, mentre io posto materiali sul mio blog o sul registro elettronico, così collaboriamo nella classe virtuale.
Le potenzialità didattiche sono molteplici, le criticità sono legate alla partecipazione dei ragazzi, che richiede impegno e costanza. Lavorare per competenze è molto più impegnativo che far studiare un capitolo sul libro e la competenza digitale è trasversale, quindi esige grandi sforzi.

condivisione

CONDIVISIONE
Studenti, famiglie, colleghi. Chi sono le persone con le quali condividi idee, progetti, metodi, esperienze, dubbi?
Un grande punto di forza nella realizzazione di questo progetto è stata la condivisione coi colleghi in fase di progettazione, coi ragazzi in fase di realizzazione e con le famiglie nella fase di elaborazione e conclusione.

futuro

FUTURO
Come immagini la scuola che sarà?
Immagino una scuola attiva, in continuo movimento, con tanto entusiasmo e voglia di fare. Immagino ogni scuola diversa dall’altra, in base alle esigenze dei ragazzi, alle risorse del territorio, alle idee dei docenti. Immagino una scuola che i ragazzi frequentino“quasi volentieri” perché in essa vedono un ambiente che li aiuta a sviluppare le loro competenze, fruibili nella vita e nel mondo del lavoro.

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