Alla ricerca di una stella polare

Il 16 maggio a Bergamo si è svolto il summit più importante in Italia sulla scuola del futuro. Oltre 1.500 le presenze registrate, tavoli tematici sui temi più attuali, speech, spettacoli sui social, premiazioni e un intervento della Ministra Valeria Fedeli che ha annunciato lo stanziamento di risorse per gli animatori digitali. In questo post riportiamo la sintesi dei tavoli tematici 4 e 13 inerenti rispettivamente i seguenti temi: Il digitale a scuola: è un’attività “altra” rispetto alla didattica giornaliera o è divenuta strutturale?  e Formare e formarsi: dalle competenze digitali alla didattica interattiva e per competenze.

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Qual è la situazione dell’innovazione didattica nel nostro paese? Quanto sono disinvolti i docenti italiani con le nuove tecnologie? Come il PNSD sta cambiando le loro competenze? Le ICT sono integrate nella didattica o rimangono cosa “altra”? Questi sono alcuni degli interrogativi ai quali hanno cercato di rispondere i tavoli di lavoro durante gli Stati generali della scuola digitale, organizzati a Bergamo all’inizio del mese di maggio.
Una discussione animata che ha messo in evidenza come il rapporto con la tecnologia, dalle competenze di base fino al loro consapevole utilizzo didattico, presenti notevoli disomogeneità nel nostro paese. Convivono infatti scenari profondamente diversi sia all’interno degli snodi territoriali individuati dal PNSD, sia addirittura nei singoli istituti scolastici. Da un lato infatti emerge che alcuni insegnanti si rifiutano ancora di usare il computer, arroccandosi dietro alla pretestuosa idea che non sia funzionale allo svolgimento del programma nella loro disciplina di insegnamento, con evidenti prevenzioni e resistenze difficili da superarsi; dall’altro lato aumentano i docenti capaci di creare ex-novo artefatti multimediali, di progettare attività con le nuove tecnologie, di aggregare materiali e allestire spazi per una presentazione accattivante e interattiva della loro disciplina. Nel mezzo docenti che fruiscono di materiali in rete, che hanno individuato risorse e opportunità, spesso usando e consigliando siti e canali ad hoc: non sono in grado di creare un vero e proprio percorso on line, ma se guidati riescono a entusiasmarsi tanto da perfezionare e arricchire il loro intervento didattico con sprazzi di freschezza e novità.
Ciò che sembra realmente mancare sono linee guida e supporti validi per chi progetta ed eroga formazione: se possiamo permetterci di ricondurre il ragionamento a una metafora servirebbe avere un’Orsa minore con la sua stella polare di riferimento, per dare indicazioni e sicurezza fra le innumerevoli stelle e costellazioni nel cielo.

Tavoli lavoro Bergamo

Su questa linea, dalla discussione sono emerse realtà in grado di svolgere un ruolo di guida o perlomeno di framework rispetto a come organizzare l’attività didattica e, di conseguenza, come impostare la propria formazione ed il proprio intervento con le ICT. Quale il modello su cui basarsi? Tra gli esempi più autorevoli è doveroso annoverare le indicazioni declinate dal modello per la cittadinanza digitale, competenza chiave di cittadinanza, profilato da DigCompOrg, un importante progetto di studio voluto direttamente dalla Commissione Europea. “DigCompOrg: A Framework for Digitally-Competent Educational Organizations” è finalizzato a contribuire alla comprensione dello sviluppo della competenza digitale delle organizzazioni educative in Europa e a fissare descrittori esaustivi. In Italia il progetto è curato da CNR – Istituto Tecnologie Didattiche e da INDIRE. All’interno del quadro teorico DigCompOrg, è stato definito ed è iniziata la sperimentazione di SELFIE, uno strumento online di auto-riflessione che aiuta a monitorare lo stato attuale delle competenze digitali delle istituzioni scolastiche al fine di progettare un percorso di miglioramento. 

Bardi Fedeli


Un esempio di buone pratiche, su scala locale, è il framework formativo varesino Edu Designer che ha dato vita ad un profilo di docente in grado di ridisegnare il proprio intervento, di adottare e adattare i modelli metodologici della didattica 3.0. Questa strategia e la sua divulgazione hanno garantito un significativo sviluppo delle competenze medie dei docenti, favorendo un più forte coinvolgimento, pur non garantendo una perfetta omogeneità sul territorio. Un progetto ambizioso (da settembre diventa anche MOOC), che evidenzia e supera uno dei problemi legati alla formazione, cioè la necessità di determinare le competenze digitali per i docenti.

La stella polare, su scala nazionale, non può che essere rappresentata dal PNSD.

laboratori giovani

In questo scenario, sostanzialmente aperto e dinamico, centrale è stata l’attività svolta dagli snodi che hanno progettato le iniziative formative per i docenti, i dirigenti e il personale. A volte però, senza nulla togliere a propositi, indicazioni di massima e ambiti di azione, le scuole organizzatrici si sono trovate a fare i conti con difficili fasi di progettazione, complessi nuovi orizzonti, non solo da esplorare ma da trasformare in offerta formativa. Laddove l’esperienza pregressa ha garantito un solido background, gli snodi hanno pensato ed erogato attività con evidente ricaduta e soddisfacimento da parte dei partecipanti; dove si è partiti da zero, la qualità è scemata così come la visione sistemica dell’intervento. Dal workshop si è avvertita la necessità (o la mancanza, per chi l’aveva precedentemente vissuto) di un intervento di accompagnamento da parte di enti, poli e/o istituzioni esistenti in grado di indirizzare e sostenere l’attività progettuale.

Infine, è importante che la Scuola non perda questa straordinaria opportunità tessuta dal MIUR. E’ importante che il MIUR garantisca un sostegno trasversale (polo o rete di supporto) alle scuole, che favorisca l’azione degli Animatori Digitali, per esempio con un distacco parziale. Non lasciamo che tutto sia soggettivo ed aleatorio, diamo guide e sostegno, spazio e visibilità. La stella polare è sopra di noi.

Cristina Bralia, Chiara Lanzani e Maria Rosa Rechichi

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