La relazione come cura e l’apprendimento come crescita

da un’esperienza di Elisabetta Buono

Insegnante di lettere presso l’Istituto Artistico “Brotzu” di Quartu Sant’Elena (CA)

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PRESENTAZIONE
Raccontati in un tweet
Testarda, curiosa, amo studiare e provare, sperimentare e migliorare. Credo di essere una prof. esigente, comprensiva, creativa, pretendo molto soprattutto da me stessa.

ispirazione

ISPIRAZIONE
Quali visionari o quali esperienze ti hanno formato e ispirano il tuo lavoro quotidiano?
I corsi condotti da Gianfranco Marini, mio collega, sono stati fondamentali per imparare l’utilizzo delle tecnologie, mi hanno fornito una prospettiva in più.

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Prima ancora alcuni (pochi) insegnanti delle superiori, tante letture (il primo dei quali, un famoso libro di Venturi, Programmi e programmazioni: scuola media anni ’80, poi Pellerey e molti altri), la formazione in Scienze dell’Educazione, gli anni come supervisore alla SSIS (i miei corsisti mi hanno arricchita in termini umani e professionali), la specializzazione in DSA, tanti corsi di aggiornamento, il confronto con colleghi conosciuti indirettamente sul web… tutto è servito per confermare che questo era il lavoro che volevo fare e per capire che il punto di partenza e di arrivo è il rapporto con gli studenti, con ogni singolo studente, la relazione come cura e l’apprendimento come crescita umana oltre che culturale.

innovare

INNOVARE, TUTTI I GIORNI
In poche parole, qual è il metodo didattico che orienta e contraddistingue le tue azioni di insegnante, quotidianamente?
Non seguo un unico metodo didattico ma tante esperienze flessibili che trovano ragione e significato nelle diverse sfaccettature dell’esperienza scolastica quotidiana. Entro in classe e per me inizia la sfida: sfido gli studenti a conoscere e imparare; sfido me stessa a trovare gli strumenti migliori. Prima pianifico, poi adatto le mie lezioni alle esigenze del momento. Può capitare che utilizzi lezioni partecipate alternate ad esperienze laboratoriali e collaborative, didattica capovolta e compiti autentici. Utilizzo spesso le lezioni come dialogo e confronto e, in questo modo, cerco di spronare, incuriosire, divertire e motivare i miei studenti. Propongo quello che mi pare più utile e cerco di capire sempre cosa può avere efficacia e cosa no.

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CHE CLASSE!
Descrivi la tua aula, gli arredi, gli strumenti, le eventuali dotazioni digitali
All’Artistico non abbiamo un’aula ma tante aule. Gli studenti ad ogni cambio dell’ora si spostano e così pure noi docenti. Non ho aule “personalizzate” ma spazi che personalizzo nel momento in cui arrivano gli alunni: se necessario si spostano i banchi, si utilizzano le dotazioni informatiche personali, si lavora con la LIM.

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Tutto questo non sempre può essere preventivato. A volte può risultare utile la classica configurazione dei banchi per file parallele, altre è necessario spostarli. Utilizziamo quello che serve, cartine geografiche e smartphone, lavagna di ardesia e pc personali, LIM e libri di testo…

studenti

ALUNNI COMPETENTI AL CENTRO
Raccontaci un’esperienza didattica nella quale hai potuto osservare la crescita e le competenze “agite” dei tuoi alunni
Ce ne sarebbero tante, concorsi a cui abbiamo partecipato e vinto, attività inclusive molto interessanti, progetti.
Ne cito una su tutte, è una piccola esperienza di qualche anno fa ma ha cambiato il mio modo di fare lezione, è stata la prima attività “tecnologica” che ho proposto: l’esposizione attraverso supporto multimediale di un argomento di letteratura. Qui davvero ho visto cosa volesse dire impegno, inclusione e voglia di fare. Gli studenti, divisi in gruppi e con incarichi differenti, hanno dato il massimo e i loro video sugli argomenti selezionati sono stati sorprendenti. E’ stata la prima volta in cui ho potuto constatare come la tecnologia sia di aiuto a tutti gli studenti, ma in particolar modo a quelli solitamente apatici, chiusi, disinteressati, emarginati, e come sia di aiuto agli insegnanti per capire qualcosa di più delle potenzialità dei propri alunni. Questa è stata per me una rivelazione.

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ZOOM SUI FERRI DEL MESTIERE
Di quale strumento o risorsa digitale non puoi fare a meno nel tuo lavoro? Con quali modalità lo utilizzi?
Quali le potenzialità, le ricadute formative, le possibili criticità?

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Utilizzo i social network per comunicare e condividere materiali. So che posso comunicare con i miei studenti in tempo reale e loro con me, e questo è per me fondamentale.
Pubblico i miei video e i tutorial su YouTube. Uso un programma gratuito per registrare e software free per creare presentazioni di vario genere (Impari-Biteable-Animoto-Prezi-Stupeflix e altri). A queste risorse non potrei rinunciare.
A scuola non sempre abbiamo connessione adeguata, quindi utilizziamo BYOD e hotspot.

condivisione

CONDIVISIONE
Studenti, famiglie, colleghi. Chi sono le persone con le quali condividi idee, progetti, metodi, esperienze, dubbi?

Da qualche mese sono animatrice digitale nel mio Istituto e questo incarico è stato uno stimolo in più per studiare, sperimentare e coinvolgere i colleghi.
Cerco di diffondere buone pratiche. Pubblico e condivido i miei tutorial, i miei video, i materiali prodotti dagli studenti. Frequento diversi gruppi FB, carpisco informazioni e spunti. Ho la fortuna di avere un ambiente di lavoro piacevole, una dirigente determinata e aperta al cambiamento, colleghi con cui collaborare e scambiare risorse e idee, ma soprattutto un marito paziente.

futuro

FUTURO
Come immagini la scuola che sarà?

Come vorrei la scuola in cui lavorare? Un edificio concettualmente moderno, con arredi e attrezzature funzionali, dotazioni informatiche e spazi attrezzati. Una scuola aperta, viva, che si confronti con altre realtà. Vorrei fosse una scuola abitata, vissuta, un punto di riferimento, un posto accogliente dove organizzare eventi, mostre, concerti. Insomma una scuola che non è più solo una scuola ma un luogo di condivisione in cui respirare arte e cultura.

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