Orientarsi tra le metodologie

Nuove indicazioni e nuovi strumenti per progettare consapevolmente.

La scuola sta cambiando, fin troppo velocemente. Il mondo dell’educazione e la didattica faticano a tenere il passo di una realtà e di un mondo del lavoro in continua evoluzione e di tecnologie pervasive che modificano l’approccio degli studenti e ne condizionano l’apprendimento. L’anno si è aperto con un’ulteriore novità che rappresenta una sfida necessaria per tutti i docenti: dopo una sperimentazione triennale che ha coinvolto circa 2700 scuole sono state finalmente pubblicate dal Miur le Linee guida per la certificazione delle competenze per il primo ciclo.

Il documento mette in evidenza la centralità dello studente, il cambiamento del ruolo del docente e, soprattutto, la necessità da parte degli insegnanti di superare le barriere disciplinari per aprirsi a una trasversalità vista come “comunità professionale unita dalla finalità educativa della scuola”: si tratta di uno degli aspetti fondamentali della trasformazione della didattica. Le linee guida segnano un percorso da cui non si può più tornare indietro, conducendo al vero cambiamento, che passa anche dal digitale, ma non solo e non obbligatoriamente: gli strumenti possono essere molteplici e l’accento è posto sui nuclei fondanti delle discipline, rendendo di fatto i tradizionali programmi irrimediabilmente superati.

Il compito non è facile. La letteratura è tanta, ma non organizzata. Si è parlato troppo di tecnologie e ora bisogna tornare a parlare di didattica, per di più in una prospettiva nuova, per competenze. Non è così immediato e scontato per i docenti.

Da sempre ImparaDigitale vuole essere un ambito di supporto e di affiancamento al corpo docente per affrontare questi cambiamenti, senza voler dare una ricetta univoca e assoluta: in questo momento di transizione la scuola ha bisogno di idee e proposte che sappiano integrarsi adattandosi alle singole realtà scolastiche.  

Per questo ImparaDigitale ha promosso un confronto con i referenti delle principali metodologie didattiche e reti nazionali: 25 realtà tra cui Scuola senza zaino, Flipped classroom, Metodo Montessori, solo per citare alcune delle più note. Il risultato è stato la creazione di un sito – www.metodologiedidattiche.it – che punta a fornire ai docenti la possibilità di avere un quadro unitario e sistemico delle modalità con cui interagire in classe con gli studenti, lasciando la massima libertà ai singoli insegnanti di scegliere e adottare quella che, a seconda del contesto, può essere considerata la più efficace.

metodologie didattiche

Per facilitare ulteriormente la consultazione per i docenti sono stati individuati 253 parametri, selezionabili anche in modo multiplo, per offrire a tutti la possibilità di individuare la metodologia più adatta alle singole esigenze. Un portale per la scuola, fatto dalla scuola, che si amplierà e arricchirà con i contributi che giungeranno dalla Rete, per dare esempi concreti, per aiutare i docenti in questo percorso così complesso e difficile.

ImparaDigitale ha già messo a disposizione di tutte le scuole, ormai da due anni, il Curriculum mapping (attualmente utilizzato da oltre 16.000 docenti e da 3400 istituti), progettato appositamente per supportare la programmazione delle attività scolastiche in chiave multidisciplinare e trasversale sulla base della didattica per competenze. Tutti noi sappiamo, infatti, che uno dei problemi principali della scuola consiste proprio nella grande difficoltà dei docenti a lavorare insieme, a collaborare, a progettare, a far proprie quelle stesse competenze che poi gli studenti devono acquisire. Proprio in un momento di grande trasformazione in cui, al contrario, è necessario mettere insieme tutte le forze e le idee disponibili.

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Le linee guida sottolineano, inoltre, la necessità che le scuole elaborino un proprio curricolo, la cui caratteristica principale deve essere “la sua progettualità, ossia la capacità di individuare con chiarezza fini complessi del percorso di apprendimento, ben delineati tra l’altro dal profilo di competenze attese al termine del primo ciclo, cercando di raggiungerli usando flessibilmente come mezzi le discipline, i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento individuati nelle Indicazioni”. Si sottolinea come “l’attenzione sulle competenze non significa trascurare il ruolo determinante che tutti i risultati di apprendimento, identificati principalmente nelle conoscenze e nelle abilità, svolgono in funzione di esse. Non è infatti pensabile che si possano formare delle competenze in assenza di una sicura padronanza delle strumentalità di base. La competenza costituisce il livello di uso consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di apprendimento, ai quali si applica con effetti elaborativi, metacognitivi e motivazionali, in grado di favorirne l’acquisizione.”

Insomma, una chiara ed efficace risposta a chi vede una dicotomia insanabile tra le conoscenze e le competenze, a chi confonde i laboratori con la laboratorietà, a chi relega la didattica per competenze nel mondo economico o tecnico-professionale e non la ritiene compatibile con gli studi umanistici. Queste linee guida segnano un percorso da cui non si può più tornare indietro, conducendo al vero cambiamento, che passa anche dal digitale, ma non solo e non obbligatoriamente: gli strumenti possono essere molteplici e l’accento è posto sui nuclei fondanti delle discipline, rendendo di fatto i tradizionali programmi irrimediabilmente superati.

La parte fondamentale del documento è, però, quella riguardante la valutazione e le modalità con cui osservare il processo di apprendimento degli studenti. Si delinea una valutazione che non guarda, perciò, esclusivamente al prodotto finito, ma che si focalizza anche sull’autovalutazione, sul miglioramento di cui ogni ragazzo deve essere protagonista, che lo aiuti a sviluppare una “struttura cognitiva più ricca e critica”, con una funzione, dunque, metacognitiva. Da qui le indicazioni di una vera e seria certificazione, con l’attribuzione dei livelli raggiunti, che assuma come proprie caratteristiche la complessità e la processualità.

Un documento finalmente illuminante.

Ora tocca alle scuole, ai Collegi docenti, ai Dipartimenti, ai Consigli di classe, ai docenti. Ora bisogna capire: come creare un vero curricolo verticale, come progettare insieme e collaborare, come relazionarsi con gli studenti per rendere la propria didattica sempre più attiva e coinvolgente, come mediare l’uso delle tecnologie, e – perché no? – degli smartphone, come rendere i ragazzi cittadini digitali consapevoli.
Non è facile. Il primo grande passo è stato ormai compiuto, ora si deve proseguire.

Dianora Bardi
Presidente Impara Digitale

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