Rosaria Provenzano dirige l’Istituto Comprensivo “Alessandro Manzoni” ad Alessandria della Rocca, nell’entroterra montano della provincia di Agrigento. Lo scorso 22 aprile l’Istituto ha ospitato l’ultima edizione del Tablet School di Impara Digitale dimostrando come l’impegno di una Dirigente e del suo staff possano condurre un Istituto a superare i limiti della marginalità geografica e a porsi al centro del dibattito nazionale sull’innovazione didattica, anche – ma non solo – attraverso l’uso delle nuove tecnologie.
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L’idea di realizzare il “Tablet School” ad Alessandria della Rocca è nata circa un anno fa in occasione degli Stati generali dell’innovazione digitale tenutisi a Bergamo, quando, dopo aver visto la bellissima vivacità culturale delle scuole di quella zona e la competenza del centro studi ImparaDigitale, il mio primo pensiero come Dirigente scolastica è stato quello di voler proporre a docenti ed alunni del mio Istituto, ma anche al territorio in cui opero, dei modelli didattici nuovi e positivi.
L’intento era quello di proporre un paradigma scolastico qualitativamente efficace per ridestare la scuola che, a mio giudizio, sta vivendo un momento di grande crisi valoriale e di mancato riconoscimento sociale, vessata e tormentata da governi che innovano normativamente senza fare i conti con la realtà effettuale con cui questa istituzione si confronta e che spesso non tengono conto del contributo significativo dei docenti.
Come se non bastasse, gli insegnanti, a causa delle mutate condizioni, frequentemente si sentono inadeguati rispetto al compito, avvertono il senso di solitudine rispetto alla complessità del sociale e si smarriscono fra i nuovi e sovrabbondanti corsi di formazione che, in nome di un obbligo, si stanno diffondendo e moltiplicando a vista d’occhio.
Credo che, in questo particolare momento storico, il ruolo dei Dirigenti scolastici sia fondamentale e cruciale, non certo come gestori di un esistente che fatica a prendere forma, né come semplici burocrati della Pubblica Amministrazione, ma come leader di una innovazione che ridoni senso alla missione della scuola, faccia riacquistare agli insegnanti stima nell’importanza della loro professione e faccia comprendere alle famiglie, agli amministratori ed ai governi che se non si conduce una partita di squadra organizzata in maniera raccordata e sinergica si rischia di fallire la sfida del nostro tempo: avere una scuola che sia l’asse portante del cambiamento, della coesione sociale e della crescita economica di un Paese.
Alla luce di queste premesse, il bisogno di realizzare il “Tablet school” nell’I.C. “A. Manzoni” è cresciuto in maniera proporzionale alla difficoltà dell’impresa. La necessità di un’acquisizione di senso per cui insegnanti, alunni e famiglie potessero percepire che eventi di un certo tenore possono essere realizzati anche in scuole geograficamente periferiche è diventato il motore propulsore del nostro compito.
Fin da subito l’intento è stato condiviso e appoggiato dallo Staff dei docenti, una grande appoggio è stato fornito inoltre dall’Amministrazione comunale di Alessandria, che ha fornito un valido aiuto organizzativo per la realizzazione della giornata, denotando ancora una volta la vicinanza al mondo della scuola e dal sindaco di Bivona, referente della Strategia Nazionale Aree Interne, sempre vicino ai bisogni della scuola e del suo territorio.
La manifestazione ha coinvolto i comuni dell’Area interna dei Sicani (Alessandria, Bivona, Cianciana, S. Stefano Quisquina, S. Biagio, Calamonaci, Ribera, Burgio, Lucca, Villafranca, Cattolica e Montallegro) e ha rappresentato una tappa molto importante per i 400 docenti del territorio dell’area interna che vi hanno partecipato.
La giornata è stata estremamente positiva da diversi punti di vista. Innanzitutto, la partecipazione di 400 docenti, nonostante le polemiche che hanno attanagliato il mondo della scuola negli ultimi anni, ha evidenziato la voglia dei docenti di formarsi e di non rimanere fermi in una società dinamica e con ritmi comunicativi vertiginosi.
Certo, sono state manifestate dai corsisti anche molte remore sullo stato odierno della scuola, dall’insufficienza delle dotazioni tecnologiche presenti nelle scuole, al nuovo spessore della figura del docente, che non è e non può più essere referente unico del sapere disciplinare ma che deve approcciarsi al mondo degli studenti comprendendone le inclinazioni, i bisogni formativi, gli stili di apprendimento e deve conoscere diverse metodologie didattiche.
Sono emerse le preoccupazioni degli insegnanti per questo mutato scenario sociale, per una componente genitoriale che si è illanguidita e che non riconosce il ruolo istituzionale della scuola, ma si è evidenziata la consapevolezza di stare vivendo una rivoluzione copernicana, rispetto alla quale bisogna saper rinegoziare il proprio ruolo per perseguire la destinazione di scopo più importante della scuola: formare i cittadini della nostra società.
Il Tablet school ha rappresentato un momento di formazione ma anche di condivisione di una lunga riflessione metodologica e pedagogica che la nostra scuola sta affrontando in questi anni, nei quali il senso della nostra missione istituzionale in un contesto come quello delle aree interne ci ha indotti a destrutturare il tradizionale metodo didattico e tentare di essere innovativi e proiettati verso un nuovo modo di fare scuola.
Se qualche anno fa la domanda pedagogica pregnante che la scuola si poneva sull’utilizzo delle nuove tecnologie verteva sulla possibilità o meno di utilizzarle, adesso la scuola ha ben compreso che il nuovo modello di didattica passa necessariamente dalle nuove tecnologie, ma durante il dibattito conclusivo della giornata è emerso con estrema chiarezza che le tecnologie sono strumentali rispetto ad un fine più alto da raggiungere, ovvero l’acquisizione di competenze.
Il Tablet school tenutosi nel nostro Istituto ha restituito il ritratto di una scuola che ha riflettuto sul proprio ruolo e che accetta la sfida di essere l’asse portante e strategico della società, prioritario per la coesione sociale, per il progresso civile e per la crescita economica, in cui l’uso delle nuove tecnologie e dei linguaggi più familiari ai ragazzi sia strumentale e funzionale ad una maggiore piacevolezza dello studio e al contempo a restituire ai nostri territori cittadini più competenti. Inutile dire che la sfida più importante di giorno 22 si è giocata sulla dimostrazione che una realtà geografica assolutamente marginale come l’entroterra agrigentino per un giorno è diventata Centro, centro di formazione, di innovazione e motore propulsore di riflessione: una realtà che ha ridato speranza ad un territorio che fa della scuola l’investimento principale.
Il Tablet school rappresenta per la scuola delle aree interne come la nostra un punto di partenza per un lavoro continuo e costante che deve continuare a riflettere sulla didattica per competenze e che ambisce a creare un modello virtuoso di scuola in un angolo di terra apparentemente dimenticato che prova costantemente a diventare migliore.
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