Il 7 febbraio si è celebrata la giornata della sicurezza in Rete, un progetto lanciato nel 2004 dall’Unione Europea che ogni anno offre interessanti spunti di riflessione sul tema dell’utilizzo critico e consapevole della Rete.
Ne consegue una settimana fitta di eventi, dibattiti e workshop, ancora in corso, che rappresenta per tutti i soggetti coinvolti una preziosa occasione di sedersi intorno a un tavolo per condividere idee e aprire la strada a possibili soluzioni.
Oggi, in particolare, abbiamo seguito per voi, alla Camera dei Deputati, il Workshop “Sicuri sul web per una navigazione consapevole” promosso dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Presenti Istituzioni, politici, rappresentanti di aziende di ITC e colossi come Google e Facebook. “Tutti uniti per evitare i pericoli della Rete”, slogan pensato per l’edizione 2017 del Safer Internet Day.
I diversi panel hanno trattato i temi della tutela dei diritti fondamentali, delle fake news e dell’hate speech, discutendo sulle più adeguate misure di prevenzione e di intervento da adottare. Presenti tutte le parti chiamate in causa e necessarie per contrastare efficacemente fenomeni come cyberbullismo, il linguaggio dell’odio e la diffusione di notizie false in Rete.
Tutte unite dallo stesso filo: la quasi totale mancanza di consapevolezza e senso di responsabilità dei giovani nativi digitali.
Da una recente indagine sul cyberbullismo condotta dal Dipartimento di Psicologia della Sapienza Università di Roma e tutt’ora in corso, emerge come 8 adolescenti su 10 non considerino grave offendere o deridere un compagno/a sui social, nè crede che questo possa portare a delle conseguenze negative e spesso gravi o fatali. Si rende quindi necessario e non più rimandabile un intervento formativo “integrale” che chiami in causa tutti i soggetti coinvolti, dalle istituzioni pubbliche a quelle private. Per concertare azioni, linee guida e leggi che colmino il vuoto legislativo e che sfatino il falso mito del Web come spazio di libera espressione, privo di regole.
D’altra parte un’azione concertata dall’alto non basta. È necessario puntare ad una Media Literacy che prepari tecnicamente i ragazzi all’utilizzo dei media digitali, ma che dia soprattutto loro una cornice pedagogica per poterlo fare in maniera consapevole e responsabile. Senso critico, capacità di validazione delle fonti, così come rispetto per la dignità e per i diritti altrui, devono andare di pari passo con una necessaria alfabetizzazione informatica. Internet non è il male, nè il nemico da conoscere per combattere, ma è un luogo in cui i pericoli esistono e vanno riconosciuti e arginati. Uno strumento, che per sua stessa natura, è in grado di veicolare e diffondere indistintamente in maniera virale contenuti di spessore e di basso profilo. È questa viralità a rendere così potente Il Web e a richiedere un’attenzione maggiore di quella che prestiamo nei rapporti interpersonali.
Se Internet, soprattutto per i nativi digitali, è diventato “il luogo dell’esistenza”, come sostenuto dalla Presidente Rai Monica Maggioni, siamo noi adulti e docenti a dover tracciare per loro un percorso sicuro, accompagnandoli quotidianamente nel difficile compito di crescere in un mondo così complesso, ma soprattutto per renderli “protagonisti del cambiamento”.
Laura Casaldi
Redazione Impara Digitale
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