Appunti dagli Stati generali della scuola digitale 2021
A cura di Dianora Bardi e Roberto Maragliano
Panel 4
L’uso massiccio di dispositivi digitali nelle scuole, soprattutto negli ultimi tempi, a causa della pandemia, e l’uso sempre più diffuso di tecnologie cui gli studenti ricorrono per le attività di studio pone apertamente il problema di quale possa essere l’impatto ambientale che comporta il progresso tecnico/scientifico. Secondo uno studio dell’International Energy Agency (IEA) il consumo di elettricità da carbone e dalle centrali a gas è destinato a crescere a livello globale, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2. Le emissioni medie di carbonio prodotte da un computer durante il suo ciclo di vita sono di circa 422 kg, includendo le fasi della produzione, del trasporto, dell’utilizzo e dello smaltimento.
Le principali aziende dell’Information Technology sono quindi più che mai focalizzate sull’obiettivo di garantire un uso della tecnologia che, senza limitare o inibire gli impieghi delle macchine, ne contenga i livelli di emissione, secondo i dettami dell’iniziativa globale RE100 (https://www.there100.org/).
MA COSA E’ IL GREEN COMPUTING?
Il termine green computing nasce nel 1992, quando l’Environmental Protection Agency (l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) lancia il programma “Energy Star”: esso si pone l‘obiettivo di valutare e promuovere l’efficienza energetica dei monitor e di altre apparecchiature elettroniche.
Di pari importanza è l’Electronic Product Environmental Assessment Tool, comunemente noto come EPEAT, un programma gestito dal Green Electronics Council che valuta i dispositivi digitali attraverso una semplice classificazione (Bronze, Silver e Gold) che si basa su oggettivi criteri di prestazione ambientale.
Con la crescente adozione di tecnologie da parte di aziende e privati, si è rivelata sempre più efficace la scelta di sfruttare soluzioni alternative e fonti di energia rinnovabile. Si tratta di un approccio rispettoso delle risorse ambientali che, rispondendo ad una prospettiva etica e responsabile, si sviluppa attraverso un piano razionale e coerente di ideazione, produzione, uso e smaltimento di sistemi e device informatici.
Molte e diverse sono le soluzioni che le aziende stanno portando avanti per far fronte al problema: Aruba (https://www.aruba.it/magazine/data-center/green-data-center.aspx) ha creato a Ponte San Pietro (BG), il data center più grande d’Italia, interamente green, che utilizza l’energia prodotta dalla centrale idroelettrica interna al campus, dove scorre il fiume Brembo. Microsoft (https://www.microsoft.com/it-it/sustainability/azure) ha sviluppato in Italia data center completamente sostenibile, investendo su un uso diffuso di fonti rinnovabili, ora vicino al traguardo del100% .
Nel corso degli Stati Generali della scuola digitale ACER ha segnalato quanto il tema della sostenibilità sia tra i progetti primari dell’azienda, confermato dall’adesione all’iniziativa RE100 con l’impegno di utilizzare il 100% di energie rinnovabili presso tutte le proprie sedi operative entro il 2035, coinvolgendo anche l’intera filiera produttiva, in virtù del fatto che la fase di produzione è responsabile in media di oltre il 75% delle emissioni di CO2 del ciclo di vita di un computer, e che un’analoga attenzione va riservata alle procedure eco friendly di smaltimento e riciclo. Ne è testimonianza la campagna Green Rewards, orientata a favorire l’adozione crescente di prodotti sostenibili che rispondano a requisiti ben definiti. Ne sono un esempio l’utilizzo di plastica riciclata post-consumo (PCR) nel telaio dei prodotti,–l’OceanGlass touchpad (interamente realizzato con plastica recuperata lungo le coste dei nostri mari), il green packaging, realizzato con il 100% di materiali sostenibili (carta riciclata, plastica riciclata, inchiostri eco), senza plastica vergine e riciclabili al 100%,. Le linee guida devono anche necessariamente favorire un utilizzo green dei prodotti, offrendo per un verso soluzioni di ottimizzazione intelligente del consumo di elettricità (con l’obiettivo di ridurre almeno del 45% il consumo energetico entro il 2025 rispetto al 206) e per un altro servizi di riparabilità più facile e veloce, praticabili direttamente dalle scuole con il coinvolgimento attivo degli studenti (https://www.acer.com/ac/it/IT/content/series/aspirevero).
Anche le startup hanno contribuito a sostenere le famiglie nel periodo del lockdown sviluppando e supportando il riciclo di dispositivi, come PC4U.tech (https://pc4u.tech/).
Moltissime, più di 400.000, sono le imprese che, negli ultimi 5 anni, secondo Fondazione Symbola e Unioncamere, hanno investito nell’economia verde.
Sempre secondo questo studio entro l’anno il 61% delle aziende che hanno investito in eco-innovazione e digitalizzazione dovrebbe tornare ai livelli produttivi pre-Covid; per il 13% delle imprese che hanno già investito in eco-innovazione, invece, l’attività produttiva non si è mai ridotta a causa della pandemia. (https://www.symbola.net/approfondimento/tutti-i-dati-del-decimo-rapporto-greenitaly/)
LE SCUOLE?
Alla luce di queste considerazioni, sensibilizzare le scuole al tema del risparmio energetico nell’acquisizione, nell’uso e nella dismissione dei dispositivi digitali diviene un obiettivo irrinunciabile Non basta insegnare i principi della sostenibilità, si tratta anche di volerli e saperli applicare.
Qui di seguito è indicata una serie di criteri cui sarà bene attenersi:
- impostare correttamente i settaggi di sospensione e ibernazione
- impostare correttamente i settaggi delle prestazioni del dispositivo in base alle proprie reali necessità
- spegnere il monitor quando ci si alza della postazione
- impostare la luminosità automatica del display
- sfruttare la durata della batteria dei prodotti education usando il caricatore solo a fine giornata e utilizzare i carrelli di ricarica dedicati che sono dotati di sistemi intelligenti di ricarica
- pensare al riuso: spesso grazie ad operazioni di Trade-In il computer da sostituire viene valutato con una detrazione sul nuovo acquisto oppure lo di può mettere a disposizione di un ente di beneficenza che potrà donarlo a scuole o singoli individui che ne abbiano bisogno.
Sono piccoli (ma anche grandi) gesti, che ugualmente rispondono all’esigenza di educare ad un rapporto con le tecnologie che sia sereno e rispettoso dell’ambiente.