Mauro Sabella è Insegnante di Laboratorio di Chimica, Animatore Digitale presso l’ISIS “A. Ponti” di Gallarate (VA) e formatore per l’UST di Varese per la didattica digitale. Esperto di didattica assistita dalle nuove tecnologie, è ideatore del flippedlaboratory ambiente di apprendimento basato sulla metodologia flipped dedicato agli alunni del settore chimico.
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“Ciao ragazzi e benvenuti in questo nuovissimo video di Minecraft ITA. Mettete un mi piace e buona visione!”
Non più le veline, non più i calciatori ma gli youtuber. La maggior parte dei ragazzini usano Youtube, il famoso canale contenente milioni di video, per accedere a contenuti di vario genere e diventano follower di alcuni personaggi che a noi adulti sembrano completamente dei matti. Ma, ahimè, per i nostri alunni e figli sono dei veri e propri miti, dei modelli da imitare, degli influencer. Passano ore attaccati allo schermo di smartphone, tablet e ora anche di smart TV e finalmente trovano qualcuno che parla di ciò che piace loro. Digitando specifiche parole chiave, vengono immediatamente rimandati ai video dei loro idoli. E allora video di Clash Royale, Clash of Clans, Minecraft e tanti altri ancora, i videogiochi sono i video più ricercati. Tutorial che spiegano come passare di livello, nuovi mondi, trucchi e approfondimenti. Ascoltare Cicciogamer, Surreal Power o il famosissimo PewDiePie o altri gameplayer rende il gioco più semplice e più accattivante. Se riescono loro a passare di livello, ce la possono fare tutti. Ma come si diventa Youtuber?
PewDiePie, il primo youtuber al mondo, ragazzo ventenne svedese, è diventato famoso per aver pubblicato su YouTube le sue partite online ai videogiochi: ha circa 58 milioni di iscritti al suo canale! Questo significa che ogni volta che pubblica un video 58 milioni di persone ricevono una notifica e possono seguire le novità del loro idolo.
“Mamma voglio fare lo Youtuber! Basta avere un indirizzo gmail, un dispositivo connesso alla rete e se è di nuova generazione ha integrato sia la webcam che il microfono… A questo punto di cosa posso parlare? Scelto l’argomento in cui mi sento preparato, incomincio a fare delle prove e poi da solo mi ascolto, mi rivedo e capisco che la mia voce è bruttissima e parlo anche troppo veloce. Ma dopo alcuni giorni mi sembra tutto più semplice, naturale, e bello. Ok, ragazzi, sono pronto, arrivo! Apro il mio canale Youtube, se sono piccolo uso la gmail di mamma o papà tanto se hanno uno smartphone Android devono per forza avere un account gmail. E la password? Ah, giusto, Luca mi dice di andare su “impostazioni del telefono” e cliccare su “mostra caratteri”, lui ha fatto così. E se proprio non ho un account mi registro, metto anche qualche piccolo dato non vero. Ed ora lanciamo il primo video! Cavolo, mi chiede di dare il nome al mio canale e poi di leggere, non va avanti, devo per forza spuntare due, tre volte. Adesso si è sbloccato, pronti… dai…. adesso upload e carica il video. Il mio primo video, ovviamente “pubblico”, è quasi on line. Avrei potuto metterlo privato, non in elenco e programmato, ma non lo avrebbe visto nessuno. Pubblichiamo. Mi chiede di mettere un titolo, di fare una breve descrizione, ma questa la salto, tanto chi legge? E poi di taggare, no ragazzi, taggare è importante, un mio prof diceva “Tag ergo sum”, (non rideva nessuno, chissà cosa voleva dire!). Questa è la cosa più importante, altrimenti non mi troverà mai nessuno, sì ma cosa scrivo? Il nome del gioco e poi le parole più diffuse in rete, così poi arrivano nel mio canale, visualizzano pochi secondi e io guadagno visualizzazioni! Un mio amico ha pubblicato un video due giorni fa ed ha solo 11 iscritti e 112 visualizzazioni… uno sfigato. Vedrete il mio!
Non mi resta che aspettare e magari promuovere il miocanale. Sì, ma come? Su Google, su Youtube, ma non è semplice. Ho un’idea: metto il link su Instagram, su Facebook (qualche sfigato ci va ancora) ma anche su Whatsapp. Ho chiesto a mio papà e lui dice di mandare una mail ai miei amici, si ma non la usa più nessuno. Sapete cosa ho messo come copertina del mio video? Come miniatura, una bella foto di Clash Royale trovata su Google e poi, mentre registravo, una musica fantastica, veloce, bella, figa, trovata anche questa in rete, dura tre minuti ma poi la faccio ripartire in automatico e quando non parlo lei va di brutto. Adesso aspetto una notte e domani mattina controllo subito cosa è successo.
Caspita, ragazzi, hanno bloccato il mio video, parlano di “copyright”. Cerco su Google cosa sono i copyright. Risolto: basta togliere la foto che non è mia, oppure caricarne una senza licenza. La trovo sempre su Google ma devo sceglierla tra quelle “contrassegnate per essere utilizzate”. Ci sono meno foto, raga, ma si possono usare! E poi la musica, caspita come faccio adesso? Ricordo di aver visto un video una volta,credo di Joepad17, che mi diceva di parlarci sopra così non te lo bloccano. Altrimenti ho visto che su Youtube ci sono 150 mila brani musicali senza licenza. I miei amici hanno visto il video ma dicono che non è bello, che sono lento e che ci sono youtuber molto più bravi di me e che nessuno guarderà mai il mio. Chi se ne frega! Tutta invidia la loro! Farò lo youtuber senza dirlo a loro. Tanto nella rete chiunque mi può trovare e nessuno mi conosce realmente. Dai, sono contento, ho preso anche dei like ma devo farne altri, sempre, tutti i giorni. Voglio arrivare a mille iscritti così posso monetizzare il mio canale. E diventare ricco e famoso! Bella raga!”
Questa è la storia di Jacopo, un ragazzino di 12 anni che ha come sogno quello di diventare una star del Tubo, adesso il suo canale è fermo perchè non ha molto tempo libero. Scuola, sport, amici, fidanzata… Non ha chiesto aiuto ai suoi genitori e nemmeno ai suoi amici. Ha trovato in rete tutte le risposte alle sue domande. Jacopo è stato fortunato perchè ha capito che non è così semplice fare lo youtuber per diventare ricchi. Ma si può farlo per divertimento, per piacere. Perché i ragazzi devono avere motivazioni e fare cose che amano, e non solo pensare a diventare famosi o ricchi.
I nostri alunni, i nostri figli sono continuamente esposti ai rischi della rete e quello che possiamo fare non è vietare ma guidarli. Accanto ai pericoli, ci sono anche infinite potenzialità della rete. Un mare bello, da salpare a vele spiegate con le giuste precauzioni!
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