Francesco Sacco, docente dell’Università Bocconi e dell’Insubria, presenta agli Stati Generali, della scuola digitale 2021, all’interno del panel “La filiera dell’industria tecnologica può essere al servizio delle scuole: quali i benefici, le criticità e le aree di sviluppo?”, alcuni dati di una ricerca svolta nelle scuole di ogni ordine e grado sul territorio nazionale da ImparaDigitale sul rapporto tra scuola, infrastrutture e tecnologie.
La prima analisi riguarda la connettività nelle scuole che risulta essere mediamente buona nel 44% dei casi, buona o eccellente nel 36%, pessima o scarsa nel 20%.
Per passare poi alle attrezzature presenti negli Istituti, nel 76% dei casi le aule sono dotate di lavagna multimediale, proiettori, monitor, nel 21% queste tecnologie sono presenti solo in alcune aule, nel 3% dei casi non vi è alcuna dotazione. Si può dedurre, dunque, che ci sia una scuola che si sta evolvendo anche se, proiettando su tutto il paese queste percentuali, molti istituti evidenziano ancora carenze infrastrutturali.
Andando più nel dettaglio: il registro elettronico è presente nel 99% delle scuole, l’ 84% delle scuole ha un laboratorio informatico.
Nel periodo della DAD i docenti hanno utilizzato ampiamente piattaforme di videoconferenza. I risultati ci dicono che vi è stato un duopolio tra Google e Microsoft. Infatti, le loro piattaforme Google Classroom (84%) e Microsoft Teams (11%) insieme raggiungono il 95% di quelle utilizzate per i collegamenti.
Mentre, nei sistemi operativi la situazione è più articolata, con Microsoft Windows che domina, seguita da Android, iOS e Linux (quest’ ultimo in piccola percentuale).
Per il registro elettronico e le attività didattiche il dispositivo più utilizzato è il computer, seguito da tablet e smartphone.
Il device ideale per il 59% dei docenti è il computer convertibile con penna e schermo touch, seguito dal portatile touch 23%.
La grandezza dello schermo ideale è il 15.6 pollici per il 67% degli intervistati, rispetto all’11’’, che in altri paesi europei è la taglia più richiesta. Per i docenti italiani più è grande lo schermo, più il device è apprezzato.
È stato poi chiesto quali caratteristiche devono avere i device per rispondere alle esigenze dei docenti. Le risposte vedono, in ordine, la velocità, la durata della batteria, la resistenza agli urti, la semplicità, la resistenza ai liquidi, la velocità di accensione, l’alta definizione dello schermo; altre caratteristiche individuate, segno dei tempi, la facilità di igienizzazione e l’eco sostenibilità, cioè i device devono essere facilmente smaltibili.
Tra gli accessori i carrelli di ricarica (molte scuole non ne sono dotate) sono risultati quelli indispensabili. Alcuni segnalano che potrebbe essere utile avere delle penne per gli schermi touch personalizzate per studenti, così che non si debbano scambiare durante le lezioni. Molto apprezzata anche la tavoletta grafica e la webcam esterna.
In molte interviste ci si lamenta della qualità dell’audio, un tema anche più importante, nella DaD, rispetto alla qualità dell’immagine, si suggerisce un investimento sui microfoni portatili piuttosto che su potenti telecamere.
Dalla ricerca, inoltre, emerge che la situazione ideale dell’hardware di dotazione delle scuole corrisponde alla situazione attuale della scuola soltanto nel 22% dei casi e gli insegnanti ritengono che, nel 76% dei casi, se si colmasse questo gap, migliorerebbe l’apprendimento degli studenti. Alla domanda in merito a cosa desidererebbero soprattutto, rispondono quasi tutti che avrebbero bisogno di schermi più grandi rispetto agli attuali, perché più grandi sono, meglio è. Più in dettaglio, il 37% vorrebbe schermi almeno di 80’’; il 38% almeno tra 75’’ e 80’’ mentre solo al 6% degli intervistati vanno bene schermi tra 55’’ e 75’’; il resto non sa. Oltre a schermi grandi, gli insegnanti desidererebbero sistemi video che dessero la possibilità di visualizzare tutti gli alunni in caso di DAD, l’integrazione con sistemi di videoconferenza, la possibilità di un utilizzo touch e con penneLa tecnologia di cui i docenti sentono maggiore la necessità è un monitor grande, soprattutto se interattivo e se permette l’integrazione con i sistemi di videoconferenza.
Per sintetizzare questi dati, si può affermare che l’informatizzazione di base in qualche modo è avviata, nella maggioranza delle scuole italiane si è avviato un corretto processo di digitalizzazione anche se permangono delle realtà che evidenziano ancora carenze a causa delle quali si sentono emarginate. Ma il tema vero che emerge dalla ricerca è che bisogna spostare il più velocemente possibile il focus dalla semplice dotazione, all’uso che il docente fa delle tecnologie, all’aspetto più strettamente legato alla didattica. Una situazione che si è evoluta, ma che ha ancora margini di miglioramento dal punto di vista qualitativo, anche se si comincia a percepire che gli investimenti effettuati stanno dando risultati positivi in termini di efficacia pedagogica.