Come, tra letture e tecnologia, “tener accese le stelle” in classe

Di Jenny Poletti Riz

Docente di lettere di scuola secondaria di I grado

Istituto Comprensivo Carpi 2 di Carpi (MO)

Blog www.scuolaumentata.it

PRESENTAZIONE

Raccontati in un tweet

Insegnante appassionata e studente a vita, affamata lettrice, golosa impenitente e internet-dipendente.

ISPIRAZIONE

Quali visionari o quali esperienze personali, vicine e lontane, ti hanno formato e ispirano il tuo lavoro quotidiano? 

Tantissime, ma un nome spicca su tutti. Nancie Atwell, mia ispiratrice già da anni, prima che diventasse nota come vincitrice del primo Global Teacher Prize: mi ha spalancato le porte di un modo nuovo per insegnare la lettura e la scrittura, il Writing and Reading Workshop. Ma anche il professor Enzo Zecchi, grazie al quale ho scoperto e sperimentato il Project Based Learning regalandomi esperienze entusiasmanti con i miei studenti. E gli amici del Servizio Marconi dell’USR Emilia Romagna: mi hanno strappato dalla solitudine e relativa tranquillità della mia aula trasformandomi in formatrice. Non solo: continuano ad offrirmi occasioni per crescere e sono sempre un punto di riferimento. E tornando indietro nel tempo, il mio professore e amico Stefano Prandi: devo a lui scelte importanti di vita.

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INNOVARE, TUTTI I GIORNI 

In poche parole, qual è il metodo didattico che orienta e contraddistingue le tue azioni di insegnante, quotidianamente?

Per la scrittura e lettura sicuramente il Writing and Reading Workshop: la classe si trasforma in una redazione, una comunità viva di scrittori e lettori. È una metodologia rigorosa ma che lascia allo stesso tempo una grande libertà all’insegnante e agli studenti. Per tutto il resto, ne utilizzo altre che scelgo in base alla necessità e al contesto: il già citato Project Based Learning; gli EAS episodi di apprendimento situato del professor Rivoltella, e non solo.  

In genere abbino digitale a manualità, che si integrano in modo trasparente.  Le tecnologie, se utilizzate con consapevolezza metodologica, favoriscono l’autorialità degli studenti e questo è uno degli aspetti che apprezzo di più. Credo infatti che la creatività oggi non sia più un optional o talento che solo pochi artisti devono sviluppare, ma una opportunità da offrire a tutti: ed è per questo che, citando il titolo di un bel libro di M.Calabresi, cerco ogni giorno di “tenere accese le stelle”. Desidero che i miei studenti siano coinvolti, motivati e che abbiano voce in capitolo: come si fa ad imparare realmente se tutto ti viene imposto dall’alto? 

CHE CLASSE!

Descrivi la tua aula, gli arredi, gli strumenti, le eventuali dotazioni digitali

Ho insegnato in contesti molto diversi. Negli ultimi anni, in classi 2.0, addirittura un dispositivo per ciascun studente; ora mi ritrovo ad avere una vecchia LIM ed una normale aula “analogica”: ho compensato proponendo alle famiglie il BYOD. Rimane essenziale trasformare la classe in laboratorio, modellarla secondo le esigenze e renderla funzionale, bella, colorata, accogliente, personalizzandola con studenti e genitori: ad esempio con arredi di cartone e pouf in materiale riciclato, come abbiamo fatto qualche tempo fa.
Fondamentale avere in aula una piccola biblioteca per garantire agli studenti accesso a tanti libri di qualità, che li possano appassionare. Quando si legge ognuno può trovare la propria posizione: si portano a scuola cuscini, tappeti e tutto quello che serve per stare comodi. I banchi si spostano secondo le esigenze: disegniamo isole e a volte li mettiamo contro le pareti perché ci serve un bel cerchio per guardarci negli occhi. Insomma, gli spazi cambiano con noi.fig2

ALUNNI COMPETENTI AL CENTRO

Raccontaci un’esperienza didattica nella quale hai potuto osservare la crescita e le competenze “agite” dei tuoi alunni

Sicuramente una delle esperienze più più entusiasmanti è stata la settimana della gentilezza, organizzata dai miei studenti di terza media: seguendo l’approccio del PBL i ragazzi hanno riflettuto, indagato, pianificato e poi sono passati all’azione! Hanno proposto decine di iniziative, creato volantini, organizzato conferenze stampa, organizzato una mostra aumentata, proposto attività ai bambini delle scuole primarie, gestito una pagina Facebook, presentato la giornata finale. È stato un progetto ambizioso e complesso: c’è stato un momento in cui mi sono chiesta: “Mamma mia, cosa mi è saltato in mente?”. Ma poi, veder brillare gli occhi degli studenti, soprattutto di quelli che di solito li hanno spenti, mi ha ripagata di tutto e anche di più!

ZOOM SUI FERRI DEL MESTIERE

Di quale strumento o risorsa digitale non puoi fare a meno nel tuo lavoro? Con quali modalità lo utilizzi? Quali le potenzialità, le ricadute formative, le possibili criticità?

Sicuramente le Google Suite for Education sono entrate nel nostro lavoro quotidiano per collaborare e condividere materiali e progetti; insieme a questi, decine di altri strumenti e web tools per creare mappe, video, presentazioni, volantini, poster multimediali, linee del tempo e altro. Un aspetto positivo tra tutti: il linguaggio comune e la facilità di utilizzo. Una criticità: la “connectio sine qua non”!

 

jenny 3CONDIVISIONE

Studenti, famiglie, colleghi. Chi sono le persone con le quali condividi idee, progetti, metodi, esperienze, dubbi?

Prima di tutto due colleghe e amiche, Daniela ed Elisa. Lavoriamo in tre scuole diverse ma siamo quasi una sola insegnante: studiamo, ci confrontiamo, programmiamo, ci scambiamo centinaia messaggi  e file ogni giorno. Quando la scuola è una passione (e un po’ ossessione!) diventa essenziale avere degli ottimi compagni di viaggio.

Nel tempo il desiderio di condividere mi ha portato alla creazione di diverse comunità di ricerca e di pratica di cui fanno ora parte insegnanti appassionati e un po’ folli di tutta Italia: prima su Facebook, ma ora anche su Telegram.
Oltre agli studenti, amo coinvolgere le famiglie, che invito spesso a scuola: per tinteggiare le pareti delle aule, curare il giardino, ma non solo. Ci siamo incontrati per imparare ad usare gli strumenti digitali dei nostri figli/studenti, interrogandoci su come allearci ed educarli a non essere solo”instagrammari” e “whatsapppari” e “snapchattari”! 

FUTURO

Come immagini la scuola che sarà?

Immagino una scuola dove i ragazzi possano sognare, immaginare e raccontare il loro futuro, ma anche iniziare a costruirlo insieme ai loro insegnanti. Immagino una scuola dove possano scegliere, dove possano esprimersi con la loro voce. Immagino una scuola dove si sentano vivi e dove possano coltivare le loro passioni. Immagino una scuola grande come il mondo.

Foto e immagini di J.Poletti Riz

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